Il Progetto
«Ad unum velle et ad unum nolle»: la rete diplomatica della Congiura dei Baroni
Il progetto ReDiAr - Reti Diplomatiche Aragonesi offre un inventario digitale ad accesso aperto delle cartelle 246 e 247 (agosto 1485 - dicembre 1489) dell’Archivio di Stato di Milano, fondo Sforzesco Potenze Estere, risalenti al periodo della Grande Congiura ordita nel 1485-1487 da alcuni dei più importanti baroni e funzionari del Regno di Napoli contro re Ferrante I d’Aragona. È stato sviluppato con l’ausilio delle riproduzioni fotografiche fornite dal Laboratorio Aragonese Sforzesco (afferente al Dipartimento di Studi Umanistici della Università di Napoli Federico II), che è impegnato nella realizzazione del progetto di edizione dei Dispacci Sforzeschi da Napoli (diretto inizialmente dal prof. Mario Del Treppo e ora proseguito dai proff. Francesco Senatore e Francesco Storti).
La Congiura dei Baroni fu contrassegnata da diverse e numerose pratiche di ambasceria svolte per iniziativa degli stessi congiurati e del loro alleato più influente, papa Innocenzo VIII. Tra queste missioni sono annoverate quelle intrattenute con diverse potenze estere tra cui, appunto, quella pontificia, grazie alla quale fu possibile anche organizzare la ribellione de L’Aquila e dell’Abruzzo. Non vanno, inoltre, tralasciati i vari tentativi degli aristocratici di coinvolgere nel conflitto la Serenissima Repubblica di Venezia e il duca di Lorena Renato II, “vecchi” nemici della dinastia aragonese di Napoli. Senza contare, infine, il caso particolare rappresentato dal “Turco”, vero e proprio deterrente adoperato dalle varie parti in causa durante tutto il conflitto. In questo contesto, significativi sono anche gli scambi diplomatici tra i ribelli e la corte, che si manifestavano attraverso simulazioni e inganni, in cui la due parti ingaggiavano una vera e propria guerra diplomatica, fingendo un’apertura che in realtà, soprattutto da parte del sovrano, era necessaria per smascherare le intenzioni del nemico.
Obiettivo della ricerca è realizzare un database documentario, per studiare l’apparato organizzativo e la coscienza politica dei congiurati. L’inventario dei dispacci è stato costruito per fornire uno strumento di consultazione dinamico ed efficace.